martedì 2 aprile 2013

GLI ALIENI, NOI, LA MATERIA: Ma un'alra vita è possibile?





Post n.9
Introduzione
Iris Fly in: “L’origine della vita sulla terra”, (2005)) nel capitolo “L’emergere della vita: né per caso né per disegno”, scrive: «[…] Caso e Telos i due corni di un dilemma fasullo, convergono filosoficamente. Il vero conflitto è fra caso e intenzionalità da un lato e un processo fisico chimico probabile dall’altro».
Che l’origine della vita sia stato un Caso o opera di un Disegno Intelligente, è un pensiero legittimo e rispettabile. Il probabile processo chimico fisico, è però impantanato da qualche insidia che si annida tra le pieghe di questa visione. Intanto, dietro lo scudo della difficoltà di dare alla vita una definizione esatta e dietro lo scudo di processi chimico fisici che non si possono escludere a priori, vengono spesso elaborate teorie assurde e senza alcun dato a sostegno. Certamente, anche queste sono legittime ma trascinano troppo a lungo il dibattito su questioni filosofiche che fanno spesso perdere la centralità del problema.
La vita siamo noi, ed è vivente tutto ciò che utilizza gli stessi materiali di cui noi siamo fatti. La vita siamo noi, ed è vivente tutto ciò che noi riconosciamo come vivente oggi. Oggetto di studio è l’origine di questa vita, e se qualcuno trova difficoltà a riconoscere un vivente, lo chieda ad un contadino.

digilander.iol.it
Inoltre, le vecchie teorie, ormai in profonda crisi, fondate su miti, dogma e ideologia ha fatto passare sotto silenzio alcuni fatti e generato scenari inesistenti. Infine, estesi pregiudizi hanno trasformato il pantano in una palude. E allora, per uscire dalla palude e costruire un nuova teoria bisogna compiere l’ultimo passaggio: aprire il vaso di Pandora. Raccoglieremo tanta cenere, poche certezze e qualche domanda ma verrà fuori anche la speranza. E bisogna essere onesti, se la chimico-fisica non riesce a dare delle spiegazioni è bene ammetterlo con chiarezza perché, come scrive Paul Davies, l’ignoranza è una motivazione per la ricerca molto più valida della certezza.
Quel pazzo di Empedocle:«[…] infine, si dice, morì saltando nel cratere dell’Etna per dimostrare che era un Dio. Nelle parole del poeta Matthew Arnold:
Il grande Empedocle, quell’anima ardente,
Saltando   nell’Etna  bruciò   interamente  ».
Bertrand Russell, storia della filosofia occidentale, 1° volume Filosofia Greca, 1968).
Durante gli studi universitari, facevo parte di un gruppo di amici affascinati dall’Etna. Quante escursioni e pernottamenti e quante volte abbiamo visto la lava ribollire nel cratere centrale o scorrere a torrenti durante le eruzioni. Però io non mi ricordo di aver mai visto omini rossi.
Nel dibattito da tempo aperto se esiste vita nello spazio, emerge subito un problema: se c’è vita nello spazio essa è simile alla nostra, cioè basata sugli stessi elementi chimici e le stesse sostanze organiche? Oppure potrebbe esistere una vita molto diversa dalla nostra, cioè basata su elementi diversi?
Iris Fly in “L’origine della vita sulla terra”, (2005), riporta le idee di Shapiro e Feinberg. Questi autori suggeriscono che una definizione di vita dovrebbe essere indipendente dai caratteri locali della vita sulla terra. Essi sostengono che la vita è l’attività di un sistema altamente ordinato di materia ed energia caratterizzato da cicli complessi che mantengono o aumentano gradualmente l’ordine. La vita sarebbe quindi innata nella materia. Essi ritengono quindi possibile anche una vita fondata sui silicati. In particolare, poiché a 1000°C i silicati diventano liquidi, in un pianeta vicino al sole o all’interno del nostro pianeta, potrebbe essersi evoluta una vita fondata sui silicati.
Che gli omini rossi li abbia visto Empedocle prima di bruciare!

it.wikipedia.org/wiki/Titano
Naturalmente non poteva mancare chi congettura ambienti diametralmente opposti. Titano il satellite di Saturno, sembra abbia un oceano di idrocarburi liquidi alla temperatura di -180°C dove galleggiano isole di acqua ghiacciata Secondo Goldsmith su titano potrebbe essersi evoluta una vita basata su idrocarburi.
La vita siamo noi e ciò che noi riconosciamo come vivente, e la quasi totalità degli scienziati ritiene che non possa esserci una sua origine senza atmosfera, energia e acqua liquida. I fatti, a sostegno di tale ipotesi, studiati da diversi scienziati, sono talmente ampi e consistenti da poter riempire un libro. Non si conoscono argomentazioni serie contro questa ipotesi.
Adesso, proporre scenari assurdi, senza alcun sostegno scientifico e poi trovare un alibi dietro la solita frase passe-partout "non si può escludere tale possibilità", non è serio. Insomma è come dire che i Lunatici abitano l’altra faccia della luna per non farsi veder dai terrestri.
Terra, Aria, Fuoco e Acqua ecco i quattro "elementi" che mescolandosi possono produrre le varie sostanze complesse che troviamo nel mondo. E quindi anche le sostanze per l’origine della vita. Ma Empedocle con i suoi quattro elementi aveva ragione? Anche la terra come Egli la intendeva, cioè come terre emerse, è indispensabile all’origine della vita? O è possibile che la vita possa anche sorgere su un pianeta sì roccioso, ma con la sua superfice tutta ricoperta di acqua più o meno liquida?
Si calcola che le galassie nell’universo siano oltre 200 miliardi. La nostra galassia contiene 100 miliardi di stelle. Il numero di pianeti nell’universo sembra sia dell’ordine di 1018. È difficile quindi pensare che la terra sia l’unico pianeta che ospita la vita.
Come è stato sinteticamente esposto nel precedente articolo (Chimica prebiotica: regole o caos A), tutti gli elementi chimici sono stati prodotti dall’evoluzione e dal collasso delle stelle massicce. L’esplosione finale di tali stelle ha disperso gli elementi prodotti nello spazio. Successive aggregazioni e reazioni di tali elementi hanno dato origine a nubi di gas e polveri che hanno dato origine a sistemi solari. Quindi in linea generale possiamo dire che, tutti i sistemi solari dell’universo, hanno a disposizione gli stessi elementi chimici che ha avuto la vita nel nostro sistema solare.
Ora, pur avendo a disposizione 92 elementi chimici naturali, gli organismi viventi per il 96% del suo peso ne utilizzano solo 4: H (idrogeno), O (ossigeno), N (Azoto), C (Carbonio), a cui bisogna aggiungere piccole percentuali di P (fosforo) e S (zolfo). Insieme questi 6 elementi vengono detti “elementi biogeni”. Essi danno origine a tutte le molecole fondamentali della materia vivente. Dalla sintesi di queste molecole hanno origine tutti i polimeri necessari all’origine e all’evoluzione della vita.
Ma perché tale scelta? E poi, sono possibili altre soluzioni?
Si parte intanto dalla constatazione che gli organismi viventi per svolgere le loro funzioni necessitano di diverse macromolecole stabili e complesse.
Il problema fu affrontato intorno agli anni ’60 da Wald , Calvin, Pauling, e Coulson.
Una sintesi di tali lavori si trova in “Lezioni di Biofisica 3”, 1984, di Mario Ageno. Anche Iris Fly “L’origine della vita sulla terra”, (2005) ha trattato ampiamente l’argomento citando i lavori di Pauling, Lehninger, Fox e Dose, e Gibor. Da questi due saggi provengono, in sintesi, le seguenti conclusioni.
Secondo questi ricercatori gli elementi biogeni presentano delle caratteristiche uniche, che li rendono adatte ad assolvere, negli organismi viventi, le numerose funzioni biologiche.
Come noto, le strutture elettroniche dei gas nobili sono da un punto di vista energetico molto stabili. Il C, per esempio, ha 4 elettroni nella seconda orbita mentre l’H ha solo 1 elettrone nella prima orbita. Quando questi elementi si legano tra di loro, mettono in compartecipazione gli elettroni raggiungendo la struttura elettronica del gas nobile più vicino. Essi danno quindi origine a legami covalenti molto stabili. È ciò che avviene nel metano, il carbonio raggiunge la configurazione stabile del Ne (Neon) e l’idrogeno la configurazione elettronica del He.
Un altro motivo è che questi elementi hanno atomi molto piccoli e quando si legano, le loro distanze interatomiche sono molto ridotte e i legami più forti. Ciò contribuisce anche alla stabilità dei composti.
Bisogna inoltre aggiungere che il carbonio presenta una proprietà unica: i suoi atomi possono legarsi tra di loro formando lunghe catene più o meno ramificate e strutture ad anello. Essi legandosi con idrogeno, o con idrogeno e ossigeno, o anche con idrogeno ossigeno ed azoto danno origine ad un numero sterminato (oltre un milione) di composti, con proprietà diverse, che permettono l’enorme varietà degli organismi viventi.
Il carbonio inoltre, può dare origine anche a legami doppi o tripli. Nell’economia degli organismi viventi i legami multipli sono molto importanti perché da essi si può ricavare energia. Nei legami doppi o tripli il secondo ed il terzo legame sono energeticamente più debole del legame singolo. Per cui, quando in una reazione il secondo o il terzo legame si rompe per dare origine a legami singoli molto più stabili, si libera energia.
Ci si è spesso chiesto se qualche altro elemento potrebbe sostituire il carbonio.
Nella tavola periodica degli elementi, il silicio (Si) sta sotto il carbonio C e contiene, come il carbonio, 4 elettroni nell’ultima orbita che danno origine a quattro legami. Inoltre il silicio è un elemento abbondante nell’universo e specialmente sul nostro pianeta. Esso realizza con ossigeno e con alcuni metalli come sodio, calcio, magnesio, ferro e alluminio, un gran numero (circa un migliaio) di composti vari e complessi che costituiscono oltre il 90% della superfice terrestre
Ma il silicio può sostituire il carbonio?
Intanto si constata che il legame    C-C   ha un energia di legame di ca 80Kcal/mole, mentre il legame  Si-Si è molto più debole, ha un’energia di legame di ca 40 Kcal/mole e quindi i composti del silicio sono molto meno stabili.

Il carbonio dà origine a idrocarburi, composti molto stabili di carbonio e idrogeno (CH4, H3C-CH3, ecc.), e catene idrocarburiche sono inglobate in importanti composti per gli organismi viventi come gli acidi grassi. Anche il silicio dà composti con idrogeno, i silani (SiH4, H3Si-SiH3, ecc.) essi però sono instabili, si infiammano spontaneamente all’aria, si decompongono in acqua e non sono di nessuna utilità per gli organismi viventi.

Se prendiamo in considerazione i due ossidi CO2 e SiO2

La CO2 (biossido di carbonio) è una molecola gassosa che, con H2O e luce, viene utilizzato dagli organismi fotosintetici nella fotosintesi clorofilliana.
L’SiO2 anche se scritta in questo modo, in realtà non esiste come molecola. Il silicio si lega con l’O formando strutture polimeriche solide, durissime che fondono ad alte temperatura (Quarzo)
ww2.unime.it
Quando si scrive la formula SiO2 si intende solo la formula media di queste strutture polimeriche. È chiaro allora che la SiO2 non potrebbe mai sostituire la CO2. Il silicio, così come qualsiasi altro elemento, è quindi inadatto a sostituire il C e non si capisce in quale pianeta e sotto quali condizioni ambientali potrebbero funzionare tali organismi..
In riferimento al silicio, Mario Ageno (Lezioni di Biofisica 3,1984) aggiunge: «[…] il silicio è completamente inadatto come materiale di costruzione per organismi viventi[…]»
In “Gli elementi chimici della vita” Le Scienze, ottobre 1972,(articolo aggiornato da Alessandro Minelli e ripubblicato in “Gli albori della vita”, Le Scienze, 1984), Earl Frieden, al punto in cui tratta i presupposti della selezione afferma: «La seconda circostanza si ricollega alle proprietà chimiche del carbonio, l’elemento che è stato selezionato, dall’evoluzione, a preferenza del silicio».
Questo diffuso pregiudizio, sorto in quegli anni, di voler estendere l’evoluzione per selezione naturale anche ai sassi, contribuisce a creare un pantano attorno al problema dell’origine della vita e non giova alla teoria di Darwin.
Ma di quale evoluzione si sta parlando? Qui non c’è stata nessuna selezione. La vita, per la sua origine, tra silicio e carbonio non ha dovuto compiere alcuna scelta: il passaggio fu obbligato.
Gli studi, estesi poi a fosforo e zolfo, hanno evidenziato come anche le proprietà di questi elementi sono uniche e quindi essi non possono essere sostituiti da altri elementi. Il fosforo, in particolare, presenta delle caratteristiche uniche sia nella costruzione degli acidi nucleici che nel controllo dei trasferimenti energetici.
Possiamo quindi concludere che, per le peculiarità delle loro strutture atomiche, gli elementi biogeni sono gli unici che, attraverso i loro composti, sono adatti a svolgere, negli organismi viventi, le numerose funzioni biologiche. La materia non ci fornisce altra soluzione: il passaggio fu obbligato.
Inoltre, poiché le leggi della fisica e della chimica sono universali se, date alcune condizioni, in altri sistemi solari si manifesta la vita, essa utilizza gli stessi elementi biogeni che utilizzano gli organismi viventi terrestri.
Sul nostro pianeta
A proposito del Fosforo!
Come abbiamo visto nell’articolo precedente (Chimica prebiotica: regole o caos. C), si ritiene che in epoca prebiotica la concentrazione dei fosfati nelle acque fosse simile a quella attuale ca 30µg/L (30 milionesimi di grammi per litro). Ciò perché si stima che a quell’epoca, in termini di acidità o basicità, le acque fossero come nella nostra epoca intorno alla neutralità, ma a quei tempi tamponate dagli allumo-silicati prodotti sulla terraferma dal ciclo dell’acqua. In tali condizioni i minerali del fosforo di origine vulcanica, le apatiti, sono pochissimo solubili.
La scarsa disponibilità del fosforo tormenta principalmente i sostenitori del “Mondo a RNA”. I nucleotidi, costituenti dell’RNA, contengono il fosforo e una bassa concentrazione di questo elemento pone un limite insormontabile alla loro visione dell’origine della vita sul nostro pianeta. Poiché le apatiti sono solubili in ambiente acido, per risolvere il problema, Christian De Duve (Polvere vitale, 1998) propose che forse le acque primordiali in cui ebbe origine la vita erano acque acide. Altri scienziati hanno proposto l’origine della vita in prossimità di vulcani. Siamo ancora in presenza soluzioni ad hoc, di idee senza alcun riscontro, localizzate e temporali, in ultima analisi casuali.
Comunque, il problema del fosforo, sorto tra i sostenitori del “Mondo a RNA”, è rimasto infine lì, come una delle difficoltà generali per l’origine della vita ed ha contribuito ad accrescere il pantano attorno al problema dell’origine della vita.
Ma possiamo dare un senso al fatto che un elemento, il fosforo, che controlla la leva energetica degli organismi viventi, sia presente con una concentrazione quasi insignificante?
In altre parole, la bassa concentrazione del fosforo fu un problema o un’opportunità?
Tutti gli organismi viventi moderni si dividono in autotrofi ed eterotrofi. Gli autotrofi si nutrono da sole, come ad esempio le alghe e le piante verdi che partendo da CO2, H2O e luce si sintetizzano da sole le sostanze di cui necessitano. Gli eterotrofi si nutrono di autotrofi o dalla catena alimentare che da essi si genera. Autotrofi ed eterotrofi convivono in uno spettacolare e armonioso equilibrio.
Ma cosa mantiene questo equilibrio?
Intorno agli anni ‘70 fu condotto, involontariamente, un esperimento quasi planetario. Il benessere che in quegli anni, almeno in occidente, si stava consolidando nella società, portò a un utilizzo in massa dei detersivi sintetici. Per neutralizzare l’effetto del calcio e del magnesio contenuto nell’acqua e aumentarne la resa, ai saponi venivano aggiunti fosfati solubili. A quell’epoca gli scarichi urbani venivano riversati nei laghi, nei fiumi e nel mare.
Come abbiamo esposto sopra il fosforo è fondamentale nelle reazioni di trasferimento di energia, esso è un po’ la leva energetica della crescita e dell’evoluzione.
abcterra.altervista.org
Cosa successe in quegli anni? Il fosforo contenuto nei detersivi rompe l’equilibrio degli ecosistemi. L’eccessiva concentrazione di fosforo, in particolare nei laghi, provocò la proliferazione e la crescita di alcuni tipi di alghe che invasero tutto l’ambiente. Il successivo sviluppo di micro alghe portò al totale consumo dell’ossigeno che provocò la morte di tutti i pesci. Consumato l’ossigeno i processi di demolizione portarono allo sviluppo di microorganismi che producevano Metano e Acido solfidrico. Il fenomeno, chiamato eutrofizzazione, provocò la morte dei laghi. Anche se non fu vera morte. La vita nei laghi continuava, ma era una vita quasi esclusivamente di tipo vegetale e di microorganismi anaerobici.
Osservare in quel periodo il lago di Lugano era per tutti doloroso, ma ancor più doloroso lo era per un chimico.
Che conclusioni trarre da questa esperienza?
Sembra che la bassa concentrazione del fosforo sia uno dei fattori che mantiene l’equilibrio tra gli organismi viventi a livello planetario. Essa rallenta la crescita degli autotrofi, dà tempo agli eterotrofi di recuperare il ritardo nutrizionale e costringe tutti gli organismi viventi agli stessi nastri di partenza per la corsa evolutiva.
E qui, è fondamentale evidenziare quanto riportato da Stephen J. Gould e Elisabeth S. Vrba in “Exaptation, (2008)” «Lo sviluppo delle ossa è stato un evento di grande importanza nell’evoluzione dei vertebrati. Senza ossa i vertebrati non avrebbero potuto più tardi occupare la terraferma.[…]. Pautard (1961,1962) ha fatto notare che tutti gli organismi che fanno molta attività muscolare hanno bisogno di una scorta di fosfati convenientemente accessibile. […], Halstead (1969) suggerì il seguente scenario: i fosfati di calcio, che si depositano sulla pelle dei primi vertebrati, si sono evoluti inizialmente come adattamento per immagazzinare i fosfati necessari per l’attività metabolica. Solo in un secondo periodo considerevolmente posteriore nell’evoluzione le ossa hanno rimpiazzato l’endoscheletro cartilagineo e hanno assunto la funzione di supporto per la quale sono oggi per lo più note. Dunque, l’osso ha due funzioni principali : supporto/protezione e riserva/omeostasi (in quanto riserva di alcuni ioni minerali, inclusi i fosfati).[…] Seguendo l’analisi di Halstead, la deposizione di fosfato nei tessuti corporei si è evoluta inizialmente come adattamento per una funzione di stoccaggio e metabolica».
Quindi, in conclusione, la scarsa concentrazione dei fosfati genera anche strategie di sopravvivenza che innescano colossali processi evolutivi.
Certamente queste conclusioni hanno bisogno di più conferme o di smentite. Per intanto abbiamo due fatti, che ci permettono di estrapolare tali considerazioni alle origini della vita. Come vedremo, durante la fase prebiotica hanno avuto origine un gran numero di sostanze organiche, alcune ad alto contenuto energetico, che progressivamente si sono accumulate sulla superfice della terra. È logico pensare che i primi organismi viventi fossero eterotrofi, utilizzavano cioè  queste sostanze come nutrimento.
La disponibilità del fosforo, sul nostro pianeta, doveva essere scarsa già in epoca prebiotica. Ciò per evitare, alla vita appena sorta, che una o poche popolazioni, più abili nell'impossessarsi del fosforo, in qualche parte del pianeta, acquistassero un vantaggio invadendo tutta la terra. Quindi, probabilmente, un problema fosforo non è mai esistito e la bassa concentrazione del fosforo fu un’opportunità per l’evoluzione.
E a proposito del Silicio!

Le proprietà uniche degli elementi biogeni possono dare origine ad un numero sterminato di composti organici e polimeri necessarie all’origine e all’evoluzione della vita. Durante il percorso evolutivo degli organismi viventi la vita ha però cooptato tanti altri elementi presenti nell’ambiente. La maggior parte di questi elementi ha la capacità di perdere o acquistare elettroni, diventano cioè ioni, e come tali vengono utilizzate. Tra gli elementi cooptati figura anche il silicio, ma per funzioni marginali come nelle diatomee o nelle ossa e nel piumaggio dei volatili. L’esclusione del silicio sembra incomprensibile se si tiene conto del fatto che questo elemento è abbondante sul nostro pianeta, e i suoi composti coprono oltre il 90% della crosta terrestre.
La domanda se l’è posta anche Earl Frieden (articolo citato): «Se ci si sofferma sul fatto che il silicio, oltre ad essere il secondo elemento per abbondanza sulla crosta terrestre, manifesta analogia con il carbonio in molte proprietà chimiche, appare piuttosto difficile comprendere i motivi per cui l’evoluzione l’abbia totalmente escluso da una funzione biochimica essenziale».
Intanto, è probabile, che il silicio sia  stato escluso proprio per queste sue analogie con il carbonio. Il silicio può sostituirsi al carbonio, legare atomi di carbonio attraverso  legami covalenti dando origine a silanoli. È però probabile che una simile sostituzione non sarebbe stata di nessuna utilità. Anzi sostituire un atomo di silicio al posto di un atomo di carbonio avrebbe necessitato vie metaboliche aggiuntive e complicato il processo evolutivo.
Però, procediamo attraverso l’osservazione dei fatti. Qual è veramente oggi il ruolo del silicio, o meglio dei suoi composti, nell’economia generale della vita?
Gli elementi biogeni soddisfano attraverso i loro composti tutte le esigenze degli organismi viventi. Ma la vita da qualche parte i piedi li deve poggiare.
Il silicio con i suoi composti, sia sulla terre emerse che nei fondali dei laghi e dei mari, crea l’ambiente adatto per sostenere la vita. Nessun altro elemento potrebbe sostituire il silicio in questa funzione.

Inoltre, come abbiamo visto al punto precedente, la bassa concentrazione del fosforo



it.wikipedia.org/wiki/Empedocle
è dovuta agli allumo-silicati prodotti dal ciclo dell’acqua che mantiene il pH di mari e laghi intorno alla neutralità, quindi è probabile che, indirettamente, anche il silicio, con i suoi composti, controlla l’evoluzione.
Infine la teoria di Bernal sull’origine della vita fa perno sui composti del silicio e in particolare sull’argilla prodotta dalle alterazione delle rocce delle terre emerse ad opera dell’acqua e dell’anidride carbonica (CO2).


Cosa possiamo concludere?
L’osservazione sembra indicare una netta separazione dei ruoli: il carbonio dà origine ai composti necessari alla vita, ma è il silicio attraverso i suoi composti a sostenere la sua origine e la sua evoluzione.
Quel pazzo di Empedocle!












Riepilogando:

Sul nostro pianeta.

Possiamo quindi concludere che, per le peculiarità delle loro strutture atomiche, gli elementi biogeni sono gli unici che, attraverso i loro composti, sono adatti a svolgere, negli organismi viventi, le numerose funzioni biologiche. La materia non ci fornisce altra soluzione: il passaggio fu obbligato.

La disponibilità del fosforo, sul nostro pianeta, doveva essere scarsa già in epoca prebiotica ed è servita ad evitare ,alla vita appena sorta, che una o poche popolazioni, in qualche parte del pianeta acquistassero un vantaggio invadendo tutta la terra.
Tra carbonio e silicio l’osservazione sembra indicare una netta separazione dei ruoli: il carbonio dà origine ai composti necessari alla vita, ma è il silicio attraverso i suoi composti a sostenere la sua origine e la sua evoluzione.
Quindi, sul nostro pianeta, in riferimento agli elementi biogeni e al silicio, alla loro concentrazione e ai loro ruoli, possiamo affermare che: se riavvolgiamo il film dell’origine della vita e lo riproiettiamo, con ogni probabilità, rivedremmo la stessa storia.
Nell’universo.
Gli elementi biogeni sono gli unici che, attraverso i loro composti, sono adatti a svolgere, negli organismi viventi, le numerose funzioni biologiche. La materia non ci fornisce altra soluzione: il passaggio è obbligato.
Poiché le leggi della fisica e della chimica sono universali e gli elementi biogeni distribuiti in tutto l’universo, la vita può avere origine ovunque ma, per manifestarsi, essa deve attendere adatte condizioni chimico-fisiche.
Non abbiamo elementi per poter affermare che in altri pianeti la concentrazione del fosforo sia scarsa come sulla terra. Quindi è probabile che altrove, se vi è sorta la vita, una maggiore concentrazione di questo elemento abbia prodotto una diversa evoluzione.
Anche se nel nostro pianeta le terre emerse sembra abbiano avuto un ruolo nell’origine della vita, non abbiamo elementi per escludere che la vita possa anche sorgere su un pianeta sì roccioso, ma con la sua superfice tutta ricoperta di acqua più o meno liquida.
Giovanni Occhipinti
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