Post n. 22
L’ORIGINE DELLE PROTEINE
(Parte quarta)
Sembra un fatto singolare, come abbiamo visto nel
precedente articolo, che il quarzo Levo accumuli sulla sua superficie proprio l’amminoacido
Levo e il quarzo Destro proprio l’amminoacido Destro. Viene allora spontanea la
domanda: ma che relazione c’è tra la struttura del quarzo e la struttura
molecolare degli amminoacidi? Nessuna.
Un fascio di
luce naturale è costituito da un numero molto grande di raggi
il cui vettore
elettrico oscilla in tutte le direzioni. Schematicamente rappresentato in
figura 4.1a.
Se un simile
fascio di luce incide su speciali cristalli, detti prismi polarizzatori, o
speciali filtri detti Polaroid, tutti i raggi, tranne uno, vengono deviati o
assorbiti. Il vettore elettrico, dell’unico raggio uscente, oscilla sempre
nella stessa direzione e il piano (x’ x) in cui giace la direzione di
propagazione viene chiamato: piano della luce polarizzata, figura 4.1b. Un raggio di luce siffatto viene chiamato: luce
polarizzata linearmente.
In natura
esistono parecchie sostanze e minerali che, se attraversate da un fascio di
luce polarizzata, hanno la proprietà di ruotare il piano della luce polarizzata
o verso Destra o verso Sinistra. Un analizzatore posto all'interno di un
apparecchio detto polarimetro, il cui campo visivo è diviso in due parti
semicircolari, ci permette di osservare tale deviazione. Tale proprietà viene
chiamata attività ottica e dipende, per le sostanze, dalla struttura molecolare.
Per i cristalli essa dipende dalla struttura cristallina, cioè dalla disposizione
di atomi, di ioni o gruppi atomici al suo interno.
Nel mondo
inorganico, il minerale più comune che presenta attività ottica è il quarzo.
I cristalli
di quarzo furono inizialmente studiati rispetto al loro “abito” esterno, cioè
rispetto alla disposizione delle facce sul cristallo stesso. Poiché “l’abito”
esterno si presenta in due forme diverse, una l’immagine speculare dell’altra, gli
fu assegnata la denominazione morfologica Destro (D) e Levo (L). Quando
all'inizio del 1800 J. B. Biot analizzò il quarzo con la luce polarizzata non
si conosceva ancora la sua struttura interna, la sua struttura cristallina.
Ora, poiché il quarzo morfologicamente Destro ruotava a destra e il quarzo morfologicamente
Levo a sinistra, egli lasciò la denominazione D e L.
Alla fine del 1800 furono scoperti i Raggi X.
L’analisi del quarzo ai raggi X ha evidenziato che esso è composto da unità strutturali tetraedriche con al
centro l’atomo di Silicio ed ai vertici l’ossigeno.
Tali unità
strutturali sono legate tra loro in modo da formare eliche destrogire e
levogire.
L’analisi ha evidenziato un fatto fondamentale: nel quarzo otticamente e morfologicamente “Destro” le
eliche sono Sinistrorse e nel quarzo otticamente e morfologicamente “Sinistro”
le eliche sono Destrorse.
(Da: Rudolf Rykart, Quarz-Monographie, 1995)
Così, quando
affermiamo che il quarzo L assorbe sulla sua superficie l’amminoacido L in
realtà è il quarzo a struttura Destrorsa che accumula l’amminoacido L.
La
denominazione assegnata da Biot è però rimasta e viene universalmente
utilizzata.
Come abbiamo
detto esistono parecchie sostanze, come ad esempio gli amminoacidi, che in
soluzione ruotano il piano della luce polarizzata. Lo stesso senso di rotazione
adottata da Biot per il quarzo è stata adottata anche per le sostanze, ma fu
assegnato il segno + se ruota a Destra e – se ruota a Sinistra. Tale rotazione
non ha nessuna corrispondenza con la denominazione L e D degli amminoacidi.
Quest’ultima denominazione è riferita alla struttura molecolare che è stata
determinata attraverso regole di sequenza universalmente accettate, ma arbitrarie.
Esiste infatti una L(+) valina come anche la L (-) Prolina.
Fatte queste
precisazioni, ritorniamo al nostro problema principale.
Le due forme
molecolari degli amminoacidi, cioè Destro e Levo, presentano le stesse proprietà
chimico-fisiche, e si riteneva che fossero inseparabili.
Intanto attraverso
i doppi strati elettrici abbiamo fatto un primo passo. Il quarzo separa
l’amminoacido Destro dal Levo e collega
deduttivamente tale separazione coi principi fondamentali della teoria fisica. Ma,
poiché in riferimento agli amminoacidi esiste solo una
vita L deve esistere, nel mondo inorganico, una sostanza asimmetrica
di forma solo L che abbia trattenuto e accumulato sulla sua superficie solo
l’amminoacido L.
L’idea
dell’esistenza, nel modo inorganico, di un minerale asimmetrico è nata dalla
lettura dell’articolo di Encrenaz Thérèse, L’acqua
nel sistema solare, «Le Scienze» (2001).
In esso
viene messo in evidenza come le molecole di acqua non sono tutte uguali ma ne
esistono di due tipi: molecole orto e molecole para.
I nuclei
degli atomi, come gli elettroni, ruotano intorno al proprio asse in senso
orario o in senso antiorario. A causa di tale rotazione, chiamata spin, i
nuclei e gli elettroni si comportano come piccolissimi magneti.
L’effetto
degli spin è più appariscente nei magneti permanenti. In un magnete permanente,
gli spin di alcuni elettroni degli atomi che lo costituiscono, hanno tutti lo
stesso orientamento. Poiché ogni elettrone può essere considerato un
piccolissimo magnete, l’effetto cumulativo di tutti gli spin dà origine, a
livello macroscopico, alle proprietà del magnete.
I nuclei
degli atomi di idrogeno costituenti l’acqua presentano, come altri atomi, spin
nucleari. L’acqua contiene due atomi di idrogeno, i loro spin potrebbero andare
casualmente metà in un senso e metà nel senso opposto. Ebbene si è scoperto che
nel 75% delle molecole d’acqua del nostro pianeta, gli spin dei due atomi di
idrogeno presentano lo stesso senso di rotazione, sono cioè paralleli. Esse
vengono chiamate: molecole orto. Nel restante 25% sono antiparalleli e vengono
chiamate molecole para.
Anche
l’idrogeno puro presenta molecole orto e molecole para e con le stesse
percentuali. Pur essendo il campo magnetico associato ai nuclei molto debole, diversi
ricercatori hanno messo in evidenza come, nell'idrogeno puro, il para idrogeno
presenta tensione di vapore, punto di ebollizione e calore specifico diversi da
quelle dell’idrogeno normale (Samuel Glasstone, Trattato di chimica fisica,
1963 pag.100).
Nella
molecola dell’acqua l’idrogeno è legato all'ossigeno e per effetto della forte
elettronegatività dell’ossigeno, l’elettrone dell’idrogeno è spostato verso
l’ossigeno.
A causa di
tale spostamento, sugli atomi di idrogeno dell’acqua affiora la carica positiva
del nucleo dell’idrogeno e quindi i piccoli campi magnetici associati agli spin
nucleari. Nelle molecole di acqua para, un 1/4 dell’acqua
del nostro pianeta, i piccoli campi magnetici sono, come indicano le frecce, antiparalleli,
si annullano
e non affiora nulla.
Nelle
molecole di acqua orto, 3/4 dell’acqua del nostro pianeta,
i piccoli campi magnetici sono paralleli,
si sommano e
affiorano piccolissimi magneti permanenti orientati nella stessa direzione.
L’acqua è,
quindi, asimmetrica.
Ora, l’acqua
è fonte di sopravvivenza degli organismi viventi. Essa è stata ed è
determinante per l’evoluzione della superficie del nostro pianeta e per quattro
miliardi di anni ha stabilizzato la temperatura entro un intervallo compatibile
con la vita. Senza acqua la terra sarebbe uno sterile pianeta roccioso.
Viene allora
spontanea la domanda: possibile che l’asimmetria dell’acqua non abbia giocato
nessun ruolo nell'asimmetria delle molecole fondamentali per la vita?
Apparentemente i due tipi di asimmetria sembrano diversi, una di
tipo magnetico e l’altra di tipo strutturale. Ma le strutture molecolari sono
formati da atomi legati tramite interazioni elettriche e quindi ambedue le
asimmetrie sono di origine elettromagnetica. In che modo queste due asimmetrie
abbiano potuto interagire non è semplice da capire, ma questo non può impedirci
qualche tentativo sperimentale. La storia della scienza è costellata di
fenomeni la cui teoria è stata compresa dopo molto tempo dalla loro scoperta.
L’asimmetria
dell’acqua però, non può aver agito direttamente sulla scelta dell’asimmetria
della vita. Se mettiamo in acqua un amminoacido racemo, cioè della forma 50% destro
e 50% Levo, non si osserva nessuna deviazione del piano della luce polarizzata.
L’acqua non ha una particolare preferenza per una delle due forme.
Ma allora,
in che modo essa può aver determinato tale scelta?
Come Miller
ha dimostrato, l’atmosfera primitiva è stata sede di sintesi degli amminoacidi
che venivano trascinate dalle piogge sulla superficie del pianeta. Gli
amminoacidi, come l’acqua, erano quindi distribuiti su tutta la superficie del
pianeta. L’asimmetria dell’acqua deve, quindi, aver agito su una sostanza che
era anch'essa distribuita su tutta la superficie del pianeta. Uno dei minerali
che era ed è presente pressoché ovunque è la silice. La silice è anche uno dei
componenti dell’argilla e così rientriamo nella teoria di Bernal.
Il quarzo è
un componente importante della crosta terrestre ma ancora più importanti sono i
silicati che coprono oltre il 90% della crosta terrestre.
Le rocce
metamorfiche sono sedimenti di silicati che hanno subito alterazioni
ambientali. I minerali argillosi, per esempio, diffusi su tutta la superficie
del pianeta, sono rocce silicatiche che hanno subito tali metamorfosi reagendo
con H2O e CO2 (biossido di carbonio o anidride carbonica).
L’argilla è uno dei componenti dei terreni coltivabili. Uno dei componenti di
tale metamorfosi è la silice amorfa o gel di silice. In natura spesso la silice
amorfa dà origine ad un minerale che prende il nome di opale. L’analisi ai
raggi X ha evidenziato che in esso è sempre presente l’unità strutturale tetraedrica e contiene microcristalli di
tridimite e cristobalite, denominati cristalliti, che sono forme polimorfe del
quarzo. L’opale più antico contiene anche microcristalli di quarzo e infatti,
con il trascorrere delle ere geologiche, esso si trasforma in calcedonio che è
una massa di quarzo microcristallino.
L’analisi ai
raggi X ha evidenziato la presenza dell’unità
strutturale tetraedrica e di
microcristalli di cristobalite anche nella silice amorfa preparata in
laboratorio ed essiccata (gel di silice). La silice amorfa, in laboratorio, si
ottiene facendo reagire, in soluzione acquosa, silicato di sodio (vetro
solubile) e acido cloridrico.
Na2SiO3 +2 HCl + H2O
→ 2 NaCl + H4SiO4 (acido orto silicico)
L’acido orto
silicico così ottenuto polimerizza e dà origine dapprima a silice colloidale
(sol).
Le
particelle di silice colloidale (sol) non sono visibili e non rimangono a lungo
in sospensione nella soluzione. Esse, dopo alcuni minuti, lentamente si
aggregano formando fiocchi, visibili ad occhio nudo, che precipitano dando
origine ad un precipitato di silice amorfa (gel). La formazione del colloide
non è istantanea. Dall’H4SiO4 si forma una certa quantità
di colloide che lentamente si aggrega formando silice amorfa, mentre altro
colloide inizia a formarsi. La concentrazione del colloide nella soluzione non
è sempre costante.
La
formazione dell’acido silicico in natura segue reazioni chimiche diverse, ma la
formazione del sol prima e del gel poi è identica all'esperienza di
laboratorio.
Come già
detto, la silice amorfa è uno dei componenti della metamorfosi delle rocce e si
trova diffusa praticamente su tutta la superficie del pianeta. La silice che
precede la silice amorfa è la silice colloidale. Come tutti i colloidi non è
visibili nemmeno al microscopio ottico. Tuttavia, anche se invisibili, le
particelle sono comunque molto grandi e quindi hanno superfici molto grandi. Un
colloide in soluzione viene quindi considerato un sistema bifasico, che
presenta le stesse proprietà di una superficie a contatto con un liquido. Sulla
superficie di contatto della particella con il mezzo liquido sono possibili,
quindi, fenomeni di adsorbimento, formazione di doppio strato elettrico, ecc.
Non sono
note ricerche di osservazione di soluzioni silicee al polarimetro. È da tenere
presente, però, che fino agli anni ’90 i polarimetri di gran lunga più usati
avevano una sensibilità di 0,1 gradi, con tubi polarimetrici di 10cm e a
scorrimento manuale. Con questi polarimetri era impossibile mettere in evidenza
piccole deviazioni del piano della luce polarizzata. I nuovi polarimetri
digitali a scorrimento automatico (tipo POLAX-2L), dispongono di tubi
polarimetrici di 20cm a posizione orizzontale. La deviazione del piano della
luce polarizzata viene quindi raddoppiata. Essi hanno inoltre una sensibilità
di 0,05 gradi e quindi anche la sensibilità è raddoppiata.
Misure di
soluzioni di vetro solubile, a varie concentrazioni e tempi, sono state fatte
al polarimetro POLAX-2L.
Standardizzata
la tecnica, è stato osservato che tali soluzioni presentano attività ottica.
In
particolare la silice in soluzione ruota il piano della luce polarizzata a
sinistra.
Tale
deviazione scompare dopo circa 5- 10 minuti.
Il fatto che
dopo un certo tempo di attesa la deviazione del piano della luce polarizzata
scompare, vuol dire che è il colloide ad avere tale caratteristica. La silice
amorfa, che successivamente si forma per aggregazione delle particelle
colloidali, dà solo una soluzione torbida senza alcuna deviazione della luce
polarizzata. L’aggiunta di alcool etilico alla soluzione, aumenta sensibilmente
la deviazione della luce polarizzata. È noto infatti che l’alcool etilico
ritarda l’aggregazione delle particelle colloidali e la loro concentrazione
nella soluzione è temporaneamente maggiore. (Procedura e dati: “Chimica
prebiotica e origine della vita”)
Sembra
quindi che, anche se a vita breve, siamo in presenza di un minerale asimmetrico:
la silice colloidale.
Come già
detto la silice amorfa presenta microcristalli di tridimite e di cristobalite. La
silice colloidale, che precede la silice amorfa ruota il piano della luce
polarizzata a sinistra. Sembra quindi che l’acido ortosilicico, polimerizzando,
dia origine, durante la sua breve esistenza come colloide, a strutture
elicoidali del tipo quarzo Levo. Tali strutture si trasformano in microcristalli
di tridimite e cristobalite nella silice amorfa e, dopo tempi geologici, in
cristalli di quarzo nel calcedonio.
Ora, se la
silice colloidale in soluzione acquosa dà origine a strutture elicoidali, hanno
la stessa probabilità di formarsi sia strutture Destro che strutture Levo. Se
le strutture risultano solo di tipo Levo, ciò può essere dovuto solo all’asimmetria
dell’acqua.
Ma in che
modo l’asimmetria dell’acqua può determinare l’asimmetria della silice
colloidale?
E poi, è
questo l’anello mancante per risolvere il problema dell’asimmetria molecolare
degli organismi viventi?
Giovanni
Occhipinti
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articolo: Origine delle proteine (Parte quinta), fine giugno.