sabato 3 marzo 2012

PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE on line: trasparenza e trappole

Post n.5

Su scienza e pseudoscienza
di Pasquale Fossati
con commenti di Augustin Fasola e Pietro Borrelli (V Info1 ITIS Magistri Cumacini Como)

La diffusione delle informazioni resa possibile dalla rete con la relativa possibilità di divulgare i risultati della ricerca scientifica pare, ad una prima considerazione, soddisfare in maniera decisiva un prerequisito della metodologia della ricerca scientifica: la pubblicità dei dati e il loro controllo da parte della comunità dei ricercatori.

È un aspetto altamente positivo di Internet. Purtroppo, questa conquista, come ogni progresso culturale e materiale, modificando il mondo ne condiziona anche le problematiche proponendone di nuove ed inedite.
Fra queste la natura e la qualità della pubblica opinione relativamente alla divulgazione delle scoperte scientifiche e delle conseguenze che essa può produrre nella strutturazione di una visione del mondo di milioni di uomini le cui convinzioni possono essere determinanti in una epoca nella quale il consenso delle masse è una importantissima risorsa nell’ambito delle decisioni politiche.

Le possibilità di manipolazione dell’informazione e le sue forme sono un pericolo da cui la democrazia deve sapersi difendere. Il consolidamento di nuovi e radicali  “pregiudizi” non è scongiurato. Anzi è particolarmente potenziato dalla opportunità che si presenta ai “manipolatori” di rivestire le loro presunte verità con i panni della scienza costruendo con ciò una opinione pubblica pseudoscientifica, particolarmente acritica perché falsamente soddisfatta da una presunta inconfutabilità delle sue verità.

Occorre dunque disporre di opportuni antidoti per affrontare il pericolo. Silvia Bonino del  Dipartimento di Psicologia dell’ Università di Torino, in un articolo apparso su Psicologia Contemporanea, (Luglio Agosto 2011) affrontando al questione della credibilità e della fondatezza delle informazioni scientifiche che si possono ricavare dalla libera consultazione della rete informatica, avverte la necessità di “disporre di criteri intrinseci, che permettano di valutare una conoscenza dall'interno, e non solo estrinseci, basati sull'autorevolezza dell'autore, della rivista o del sito”
Opportunamente la ricercatrice si sofferma su alcuni aspetti della questione  e nello specifico suggerisce a chi usa Internet per assumere informazioni di chiedersi:
a)      rispetto alla ipotesi che una certa ricerca si propone di dimostrare “Questa ipotesi è chiaramente formulata. Essa è compatibile con quanto già si conosce sull'argomento. Se è nuova e innovativa, viene chiarito per quali ragioni si abbandonano le vecchie spiegazioni e su quali teorie e modelli si fonda il nuovo paradigma interpretativo? Se la ricerca non ha una precisa ipotesi, ma si limita a un obiettivo descrittivo, essa è coerente con le conoscenze di cui già si dispone in quel campo?”
b)      “come è stata raggiunta questa conoscenza? Quali metodi sono stati usati? Questi metodi sono descritti o indicati con sufficienti informazioni?”
c)       “altri studi hanno convalidato l'ipotesi? […] esistono risultati che la smentiscono? l'ipotesi ha resistito ai tentativi di contraddirla?”


A queste avvertenze, fondamentali e imprescindibili, efficacemente formulate dalla ricercatrice vanno aggiunte alcune altre raccomandazioni che interessano soprattutto i giovani che sono particolarmente tentati dalle lusinghe dell’entusiasmo e della spettacolarità nonché dal piacere della scoperta “misteriosa” e “sensazionale”.
In buona sostanza essi dovrebbero essere avvertiti del fatto che la “[l]a verità è difficile da conquistare e, una volta trovata, può essere facilmente perduta di nuovo”[i]. La qual cosa ha a che fare con la “fatica e lo sforzo” con cui si conseguono i risultati della conoscenza. La facilità del percorso con cui si propone il perseguimento della meta è spesse volte il segno della fallacia della proposta.
E poi c’è una seconda tentazione da cui difendersi. Essa ha a che vedere con la concezione che “l’ignoranza è il prodotto di una cospirazione”. In conseguenza di tale visione si ritiene che ci siano dei “cattivi” che operino per coprire, colpevolmente e per interessi ignobili, la verità.
“Sono varie le versioni di questa forma di oppressione che tiene schiacciati nell’ignoranza: quella marxiana (la stampa capitalista che ottunde la mente della classe operaia) che però non è che una variante di quella illuministica (il prete fraudolento che mantiene il popolo nell’ignoranza), di quella (la cospirazione della Chiesa romana contro la luce della  coscienza e dei testi sacri)”[ii]. Ora pare diffondersi anche quella che chiama in causa i “poteri occulti” e le grandi concentrazioni di interesse. Non si può negare che operino anche queste forze. Ma non è il caso di cadere nelle spire del “sensazionalismo” e del “piacere del settarismo (apparentemente) anticonvenzionale” , lusinghe tanto più seducenti quanto più promettenti nelle loro “facili e accomodanti” risposte a problemi difficili.
E poi in questa maniera non pare che si siano ottenuti buoni risultati, se non addirittura non è detto che si finisca per essere “abilmente” manipolati da coloro contro i quali vorremmo essere difesi    





[i] Giancarlo BOSETTI, Dal villaggio all’asilo d’infanzia (globale) in K.R. POPPER, Cattiva maestra televisione, Marsilio, Venezia 20108 p. 62.
[ii] ivi, p. 61


Commento Scienza e Pseudoscienza

Secondo l’articolo pubblicato su “Psicologia contemporanea” di Silvia Bonino (dipartimento di psicologia, università di Torino), le notizie scientifiche divulgate in internet non sempre sono affidabili. La gente può essere in dubbio, e non sapere come giudicare alcuni articoli scritti da ignoti, così la professoressa suggerisce alcuni aspetti orientativi, di aiuto per valutarne la loro attendibilità.
 La maggior parte delle volte anche noi giovani in cerca di informazioni scientifiche abbassiamo la guardia e apprendiamo notizie per ottenere il maggior numero di informazioni. Ma ciò che conta per uno studente è la quantità delle informazioni o la qualità? Ovviamente studiare o apprendere informazioni del tutto errate, anche se suggerite come scientifiche, non porta certo ad un’ottima ricerca, per questo penso sia doveroso definire i due termini: scienza e pseudoscienza.
La pseudoscienza è l’insieme delle teorie e delle pratiche che vogliono apparire scientifiche, cioè basate sul metodo scientifico, per questo occorre stare attenti a non cadere nella trappola. Ma solo avvicinandosi a noi ragazzi, dedicandosi ad una buona comunicazione della scienza, si potrà risvegliare la passione e la curiosità, aspetti difficili al giorno d’oggi da suscitare. La scienza è una disciplina molto complessa tanto quanto curiosa, solo facendo buona divulgazione di essa si può davvero aiutare coloro che sono affamati del sapere scientifico.
Sono un ragazzo all’ultimo anno della scuola superiore, e mi rendo conto di quanto ormai la scienza sia entrata nelle nostre case e non solo. Ma nel momento di studiare davanti a un libro, gli occhi iniziano a chiudersi e così trovo più interessante e curioso cercare qua e là informazioni su Internet. Ma come ho detto in precedenza è difficile sapere quando una fonte è attendibile o no, anche quando cerco informazioni per le mie ricerche, ed è per questo che sono pienamente d’accordo con l’articolo della professoressa, non tutto ciò che sembra scientifico lo è, ma bisogna saper giudicare la qualità, per questo penso siano molto utili e preziosi i suggerimenti  che vengono esposti nell’articolo.

Augustin Fasola

Fino a vent’anni fa chiunque avesse avuto bisogno di particolari documentazioni, doveva necessariamente ricercare il materiale in biblioteca.
La ricerca poteva tradursi in fatica e perdita di tempo, ma si aveva la certezza (o quasi) dell’esattezza delle pubblicazioni: solo quelle di un certo valore scientifico venivano pubblicate. Non è detto che tutto ciò che era pubblicato era anche scientificamente provato, ma indubbiamente questo sistema costituiva un buon filtro delle informazioni a scopo divulgativo.

Oggi abbiamo la fortuna, e in una certa misura, anche la sfortuna di reperire quantità spropositate di formazioni scientifiche che talvolta non sono attendibili.
Quando mi trovo di fronte a situazioni di questo genere distinguere scienza da pseudoscienza può risultare problematico.

Le pseudoscienze oggi trovano molteplici consensi tra le masse perché sono presentate in maniera tale da persuadere il pubblico sulla loro efficacia. È ovvio che non è possibile convincere dell’inesattezza della pseudoscienza di chi ne è convinto, perché non ha bisogno di prove per credere.
La scienza dimostra i risultati che ottiene, ai quali non è richiesto credere per fede, sia questa di natura ideologica o pseudoscientifica.

Se ci si accontenta di supposizioni e promesse di una qualsiasi pseudoscienza, si rischierebbe di perdere lo spirito critico e di analisi razionale, non migliorando il nostro bagaglio culturale, anzi impoverendolo.

Quando leggerò nuovamente un articolo di carattere scientifico, lo confronterò ai tre metodi suggeriti nell’articolo, riducendo la possibilità che io stesso diventi veicolo di ‘pseudo informazioni’.

Pietro Borrelli

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