Post n. 35
Il DNA (acido desossiribonucleico) è il genoma, la molecola che
contiene l’informazione genetica. È scritto nel DNA se un organismo sarà un
essere umano, un albero o un microorganismo. Nel DNA di tutti gli organismi,
sono stati individuati decine di migliaia di segmenti chiamati geni. Sono geni,
o gruppi di geni, che stabiliscono il colore della pelle, il numero della dita
di una mano e così via. Ogni gene è costituito da alcune centinaia di triplette
di basi. Ogni organismo vivente trasmette sempre il proprio patrimonio genetico
ai discendenti e tale trasmissione viene chiamata
verticale. Spesso nei discendenti il patrimonio ereditario subisce delle
mutazioni, cioè una base viene sostituita da un’altra base cambiando il
significato della tripletta che adesso codifica per un altro amminoacido. Se
tale sostituzione è neutra o dà al nuovo organismo un vantaggio rispetto agli
altri organismi, essa si mantiene e viene trasmessa alla prole. Se invece la
mutazione è svantaggiosa è probabile che l’organismo muore e quella linea
evolutiva si estingue. Lo studio della disposizione delle basi nei geni e della
disposizione degli amminoacidi nelle proteine viene chiamato sequenziamento.
L’analisi comparata mette poi a confronto i DNA o le proteine dei vari
organismi e da tale confronto si può risalire al progenitore comune. Con
l’aiuto della Paleontologia si può risalire spesso al periodo in cui tale
separazione si è verificata. Sappiamo così, che l’uomo e lo scimpanzé hanno in
comune il 99% del loro DNA e che il loro progenitore deve aver vissuto circa
5-6 milioni di anni fa, che mammiferi e rettili ebbero un progenitore comune
intorno a 150 milioni di anni fa. In definitiva il sequenziamento genico e
delle proteine non fa che confermare a livello molecolare la teoria
dell’evoluzione di Darwin. Poiché i geni si trasmettono da un organismo ai
propri discendenti stabilendo un legame di parentela, l’albero genealogico
di Darwin che riguardava gli organismi superiori, è stato esteso indietro nel
tempo, anche ai micro organismi.
Sembrava tutto abbastanza chiaro quando, negli anni 80 del secolo
scorso, venne scoperta, nel mondo batterico e fra eucarioti monocellulari, la
trasmissione laterale detta anche trasmissione orizzontale: i geni non si trasmettono soltanto da un organismo ai propri discendenti ma
anche tra cellule che non presentano
alcun legame di parentela. A livello batterico,
quindi, non è sempre chiaro se un determinato gene appartiene alla linea
evolutiva di un tale organismo, o se esso sia stato trasmesso da altri batteri
appartenenti a linee evolutive diverse. Quando si scende a livello batterico la
costruzione di un albero filogenetico diventa molto complicato. L’albero genealogico
rimaneva però ancora valido per gli organismi superiori e si escludeva con
forza la trasmissione orizzontale potesse interessare questi organismi.
Agli inizi degli anni ‘90 del secolo scorso un mio amico è stato
chiamato da un conoscente il quale gli racconta che durante la pulizia dell’orto
si è accorto della presenza di un serpente che ha immediatamente ucciso e non
sapendo dove buttarlo lo ha sepolto. Dopo qualche settimana, finita la pulizia
dell’orto ha trapiantato delle piantine di cavolfiore. Raggiunto il periodo di
maturazione in una pianta il cavolfiore, con sua grande sorpresa, non era
uguale agli altri. Scherzi della natura? Ma il proprietario dell’orto, dopo
aver scattato delle foto, ha scavato sotto la piantina. Con sua grande sorpresa
ha trovato la pelle del serpente, quello era il luogo dove lo aveva seppellito.
Le foto sono state inviate a due riviste di divulgazioni di
scientifiche. Una rivista non ha riposto, l’altra le ha rimandate indietro con
la causale “non ci occupiamo di queste cose”. Ora, è vero che a quell’epoca un
simile evento non trovava nessuna spiegazione scientifica e poteva essere
catalogato come semplice stranezza della natura. Ma, senza voler fare
polemiche, chiunque si occupa di scienza dovrebbe anche avere sempre presente
che prendere le conclusioni della scienza come definitive vuol dire elevare a
dogma fatti e teorie.
E infatti, dopo quasi un ventennio, intorno al 2010,
si è scoperto che il trasferimento genico orizzontale coinvolge anche gli
organismi superiori. I responsabili di tale trasferimento sono virus e batteri
che infettano le cellule di piante e animali e vi trasferiscono segmenti dei
loro geni. Inoltre, i patogeni batterici che entrano nelle cellule vegetali e
animali possono prelevare materiale genetico estraneo, trasportalo nelle loro cellule
e quindi servire da vettori per il trasferimento genico orizzontale. Fino ad
alcuni anni fa si riteneva che virus e batteri fossero gli unici vettori per il
trasferimenti genico orizzontale tra piante e animali. Insomma non poteva
esserci una trasmissione diretta per le cellule vegetali, che generalmente
hanno una parete cellulare protettiva. Negli ultimi anni è stato scoperto che
anche gli insetti, con le loro parti dure e affilate, possono trasferire materiale
genetico estraneo sia a piante che animali.
Oggi si ritiene che non ci siano ormai barriere
che impediscano l'ingresso di materiale genetico estraneo nelle cellule di
qualsiasi specie sulla terra.
E allora possiamo forse spiegarci cosa è successo alla
piantina di cavolfiore. Mentre le radici affondavano lentamente nel terreno per
ancorare la pianta al suolo, l’apice radicale, già considerato da Darwin il
cervello delle piante, deve aver toccato la pelle del serpente. Le squame della
pelle sono costituite da cellule esterne prive di nucleo ma ricche di
cheratina, un materiale proteico molto duro, e cellule interne che conservano
il nucleo. Il materiale proteico molto duro che deve aver ferito l’apice
radicale e trasmesso alla radice i geni di una nuova morfogenesi che hanno
sostituito o si sono aggiunti alla morfogenesi originaria.
Ora, viene spontaneo chiedersi: cosa accadrà in futuro
quando l’aggiunta o la sostituzione genica di questo livello diventerà una
tecnica di laboratorio.
Intanto stiamo parlando della morfologia di un fiore.
Che la forma del fiore sia rotondo, allungato o a spirale riguarda l’estetica,
ma il sistema metabolico nel suo complesso non è stato intaccato. Quando questa
tecnica sarà disponibile, potremo dare a fiori e frutti forme stravaganti.
Forse qualche bizzarro biologo riuscirà a compiere
qualche bizzarro esperimento dando a una scimmia la forma di un serpente o di
un cane. Ma in un caso di questo tipo la forma non è indipendente dal sistema
metabolico di tutto l’organismo, una simile creatura probabilmente non vivrebbe
a lungo, il sistema metabolico non le consentirebbe.
Vedremo cosa ci riserverà il futuro, in ogni caso è
sempre opportuno vigilare. Intanto, rimanendo nell’ambito dei fiori ne esistono
parecchi che vengono classificate come stranezze della natura.
Da: Meteoweb.eu
Ma sono veramente stranezze della natura?
Giovanni Occhipinti
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