Per le
peculiarità delle loro strutture atomiche gli elementi biogeni (H, O, C, N, P)
sono gli unici che, attraverso i loro composti, sono adatti a svolgere, negli
organismi viventi, le numerose funzioni biologiche. Sappiamo che tra questi
composti i più importanti sono gli acidi nucleici, DNA e RNA, e le proteine. Acidi
nucleici e proteine sono interdipendenti, nel senso che gli acidi nucleici
contengono le istruzioni per il montaggio delle proteine ma sono le proteine
che operano la sintesi degli acidi nucleici.
La teoria di
Oparin-Haldane postulava che la vita avesse avuto origine in un brodo
primordiale. È però estremamente improbabile che queste macromolecole si siano
originate contemporaneamente, in modo indipendente e che incontrandosi
casualmente abbiano iniziato ad interagire. Sorge quindi il problema: sono
sorte prima le proteine (il metabolismo) o prima gli acidi nucleici (l’apparato
genetico)? Gli esperimenti condotti da Miller e altri ricercatori negli `50 e
`60 hanno evidenziato che gli amminoacidi, costituenti delle proteine, sono
facili da sintetizzare in ambiente prebiotico, mentre i costituenti degli acidi
nucleici, cioè zuccheri e basi azotate, sono molto difficili da sintetizzare.
Era logico quindi pensare che fossero comparse per prima le proteine. Quando
alla fine degli anni `60 divenne evidente il fallimento della sintesi delle
proteine nel brodo prebiotico, i ricercatori iniziarono a guardare con
interesse agli acidi nucleici.
Tra i due
acidi nucleici l’RNA ha dato origine alla teoria del “Mondo a RNA”; esso fu
preferito perché meno complesso, partecipa al montaggio delle proteine e in
alcuni virus sostituisce il DNA come materiale genetico. La teoria del “Mondo a
RNA” postula che la vita ebbe origine attraverso la comparsa di molecole
autoreplicanti di RNA.
L'RNA
è una grande molecola le cui unità costitutive sono quattro nucleotidi.
Essi
sono i muri portanti dell’RNA e sono costituiti da un gruppo fosfato, dal D-Ribosio
(uno zucchero pentoso) e una delle quattro basi azotate, Adenina, Guanina, appartenenti
alla famiglia delle Purine; Uracile, Citosina, appartenenti alla famiglia delle
Pirimidine.
Certamente per la formazione di molecole autoreplicanti
di RNA è necessario innanzitutto la presenza, in epoca prebiotica, tutti i
costituenti sopra elencati e, in secondo luogo, capire in che modo si sono
legati per formare l’RNA
Il
gruppo fosfato (HPO4-), anche se in piccole quantità, si trova, oggi,
diffuso su tutta la superficie del pianeta e non c’è motivo di ritenere che non
fosse presente anche in epoca prebiotica.
In riferimento al ribosio, Ponnamperuma in “Origine della vita”, 1984 afferma: «In contrasto con i progressi compiuti nel campo della chimica primordiale degli
Nel 1994 in
Le scienze, “L’origine della vita sulla terra”, in riferimento al ribosio L.
Orgel scrive: «È anche
possibile che alcune reazioni non enzimatiche capaci di portare alla sintesi di
ribonucleotidi puri non siano state ancora identificate». Egli cita Albert
Eschenmoser che è riuscito a limitare il numero di zuccheri differenti prodotti
nella sintesi del ribosio dalla formaldeide in presenza di borati e in
particolari condizioni ha anche ottenuto un derivato fosforilato del ribosio.
Nel 2004, in Prebiotic Chemistry and the Origin of the
RNA World, Orgel riprende l’ormai nota reazione di Butlerow di 150 anni fa. Scrive
che se questa reazione potesse essere indirizzata verso la sintesi del ribosio
sarebbe ideale per la sintesi dello zucchero componente dei nucleotidi. Cita Zubey(1998,
2001) che ha ripetuto la reazione in presenza di piombo. Mette anche in
evidenza come il borato di calcio stabilizza i pentosi (Ricardo e altri, 2004).
Ammette che tutte queste reazioni avvengono a pH troppo elevato e con elevate
concentrazioni di reagenti. Infine conclude che alcuni progressi sono stati
fatti, ma che vi sono ancora una serie di ostacoli alla sintesi di quantità
significative e pure di ribosio.
E in riferimento alle basi azotate nello stesso saggio C. Ponnamperuma aggiunge:
«Le purine sono state sintetizzate per la prima volta in condizioni che simulavano quelle della Terra primitiva da Orò (v., Studies in..., 1963), il quale dimostrò che si poteva ottenere la sintesi di adenina da una soluzione concentrata di cianuro d'ammonio. Nelle sue linee essenziali la reazione può essere raffigurata come 5 molecole di cianuro di idrogeno che, in presenza di ammoniaca, danno luogo ad adenina. Questa sintesi è stata confermata da Lowe e collaboratori […]. In seguito, Orò riuscì a sintetizzare guanina e xantina portando a una temperatura di 100-140°C una soluzione acquosa di amminoimidazolocarbossimmide. Il rendimento è stato dell'1,5% per ambedue le purine. È possibile che questo sia uno dei modi in cui è avvenuta la sintesi delle purine sulla Terra primitiva, ma le concentrazioni usate da Orò erano di gran lunga troppo alte per corrispondere a una situazione prebiotica. Se le condizioni sperimentali fossero state davvero simili a quelle prebiotiche, se, per esempio, si fossero usate concentrazioni più basse, allora queste reazioni sarebbero di grande aiuto alla comprensione dell'origine delle purine nelle condizioni presenti nella fase prebiotica della Terra. Nonostante gli sforzi fatti, non è stato possibile identificare con sicurezza purine e pirimidine tra i prodotti finali in esperimenti che impiegavano scariche elettriche. Poiché si forma una gran quantità di cianuro di idrogeno, è difficile capire come le purine potrebbero essere assenti. Ben poco è stato fatto nel campo della sintesi delle pirimidine. Fox e Harada (v., 1961) hanno dimostrato che uracile può essere ottenuto per riscaldamento di acido malico e urea. Mentre l'urea si forma facilmente negli esperimenti che simulano la Terra primitiva, non esiste alcuna indicazione della presenza di acido malico. […]. Fox e Harada e altri (v., Formation of..., 1963) hanno ottenuto anche la sintesi di adenina mediante irraggiamento con elettroni di metano, ammoniaca e acqua. […] La maggior parte delle radiazioni prodotte da sorgenti radioattive viene assorbita dai solidi, e poiché la crosta terrestre ha uno spessore di circa 30 km, questo tipo di radiazione potrebbe non aver avuto alcun ruolo nella sintesi di materiale organico negli oceani primitivi».
Quindi Ponnamperuma
afferma, nel 1984, che queste reazioni non sono di grande aiuto alla
comprensione delle sintesi delle basi azotate nella fase prebiotica. In
conclusione non abbiamo nessun indizio della presenza, in epoca prebiotica,
delle basi azotate.
Nel 1995 C.
de Duve, pur essendo un sostenitore dell’RNA, in “Polvere vitale”, scrive:
«[…] i chimici hanno avuto un certo successo nella produzione dei cinque
componenti organici dell'RNA, ma con scarso rendimento ed in condizioni ad un
tempo molto diverse da uno scenario prebiotico e diverse per ogni sostanza.
Volendo combinare i componenti nel modo giusto ci si imbatte in altri problemi,
di tale grandezza che nessuno ha mai tentato di farlo in un contesto
prebiotico».
Nel 2004 Orgel (articolo citato), ritorna sulla sintesi
delle quattro basi azotate e tenta anche di unificare lo scenario. Egli mette
in evidenza come l’Adenina si puo ottenere da una miscela eutettica, molto
concentrata, di HCN e NH3 (acido cianidrico e ammoniaca) alla
temperatura di -23,4°C, cioè la sintesi di Orò rivisitata. Sottolinea che tra i
prodotti di questa reazione si sono trovate tracce di guanina.
Orgel fa notare come l’uracile
si possa ottenere dall'idrolisi della citosina.
Per la sintesi della citosina prende prima in considerazione la reazione
tra ciano-acetaldeide e urea concentrata ma conclude che, in epoca prebiotica,
una simile reazione non è plausibile. Le
sembra però più plausibile la reazione di una soluzione eutettica di ciano
acetilene con cianato perché potrebbe procedere in parallelo con la sintesi
dell’adenina anch’essa in condizione eutettica.
Sulla carta,
sotto la parola “eutettica”, la sintesi delle quattro basi azotate sono state
condotte sotto la stessa logica. Ma temperatura e concentrazioni indicate da
Orgel sono completamente fuori da ogni contesto prebiotico. Bisogna inoltre tenere
presente che queste sintesi portano anche alla formazione di tante altre basi
azotate di nessun interesse anzi di ostacolo per l’origine della vita.
In
definitiva, alla fine del 2004, cioè dopo oltre mezzo secolo di tentativi da
parte dei migliori chimici del mondo, nessun processo chimico attendibile ci
indicava la presenza, in epoca prebiotica, di basi organiche e Ribosio.
Inoltre per l’origine di molecole di RNA si pongono i seguenti altri problemi:
Nei pentosi sono asimmetrici tre atomi di carbonio e
quindi si hanno tre centri chirali. Ciò
comporta che il numero di molecole possibili (stereoisomeri) sia pari a 23,
ossia 8, di cui quattro D (Destro) e quattro L (Levo) e tra questi il D
Ribosio. È vero che ogni coppia DL presenta caratteristiche chimico-fisiche
leggermente diverse rispetto alle altre, ma da un punto di vista energetico in
una fase prebiotica, hanno tutti la stessa probabilità di essere sintetizzate. Ora solo per l’assemblaggio spontaneo di un
nucleotide qui sotto illustrato,
sono necessari i seguenti passaggi:
1)
Origine e separazione dei pentosi da tutti gli altri zuccheri
2)
Separazione dei quattro pentosi Destro dai Levo per evitare reazioni
incrociate.
3) Separazione del D-Ribosio dagli altri tre zuccheri
Destro per evitare reazioni sovrapposte.
4) Origine e separazione delle quattro basi
necessarie per l'RNA da tutte le altre.
5) Particolare orientamento, per ottenere i quattro
nucleotidi, di tutte e quattro basi sull’OH del C-1, ed evitare la reazione con l'OH del C-2, C-3, C-5 (come illustrato sopra).
6) Orientamento di tutte le basi nella posizione β
(cioè verso l’alto come in figura)
7) Particolare orientamento del gruppo fosfato
sull'OH del C-5 al fine di evitare
la reazione con l'OH del C-2, C-3 (come illustrato sopra).
E infine per l’RNA:
8) Reazione del fosfato dei nucleotidi con l'OH in
posizione C-3 di altri
nucleotide, con l’esclusione della posizione C-2, per dare origine all’RNA.
In oltre 50 anni di ricerche, non c’è stato un chimico che sia riuscito a
scalfire i punti 1,2,3,4. E non c’è stato un biologo che possa dare una
spiegazione ai punti 5,6,7 e 8, senza l’apporto di enzimi specifici.
È importane ancora una volta sottolineare che tutti i punti sopra elencati
riguardano la concezione originaria del “Mondo a RNA” cioè: l’origine della
vita attraverso la comparsa spontanea di molecole autoreplicanti.
A partire
dal 1967 furono condotti, da Sol Spiegelman, Manfred Sumper e altri, alcuni
esperimenti utilizzando nucleotidi attivati artificialmente e Qß
replicasi (un enzima biologico molto complesso). Da tali esperimenti si
ottennero molecole di RNA ex novo di
composizione diversa e dipendenti dalle condizioni sperimentali. In merito a
questi esperimenti Manfred Eigen e altri in “L’origine dell’informazione
genetica” Le Scienze 1981 afferma: «Ciò che è importante, qui, è quello che
questi esperimenti rivelano sui processi darwiniani. La selezione naturale e
l’evoluzione, che sono conseguenze dell’auto replicazione, opera a livello
delle molecole così come a livello delle cellule o delle specie».
Non era
ancora chiaro come fossero comparse le prime macromolecole di RNA, ma i processi Darwiniani
iniziano ad entrare nel “Mondo a RNA”.
Questa idea di
Eigen riferita alle macromolecole di RNA viene gradualmente estesa alle
molecole costituenti l’RNA. Così Christian De Duve nel saggio “Alle origini
della vita” 2008, in riferimento alla sintesi dei nucleotidi, preso atto che, in
epoca prebiotica, il D-Ribosio era sicuramente in presenza di altri zuccheri,
anche di opposta chiralità, e che oltre alle basi costituenti l’RNA erano
presenti sicuramente altre basi, scrive: «Pare più probabile che la vita abbia
avuto inizio con un Gemish, un
miscuglio di molte molecole diverse di struttura simile e che quelle che si
trovano negli organismi oggi viventi sia emerse per successiva selezione».
Questa
nozione chiave viene ripresa, nel 2016, da due scienziati italiani Ernesto Di
Mauro e Raffaele Saladino in un saggio: “Dal Big Bang alla cellula madre”. In esso gli autori affermano che la soluzione è
stata Darwiniana già dai primissimi albori: la sopravvivenza del più adatto.
«Senza selezione non c’è vita, soprattutto a livello molecolare».
Con
De Duve, Di Mauro e Saladino (e ovviamente il contributo di altri ricercatori),
i processi Darwiniana vengono estesi ai costituenti dell’RNA e nasce
definitivamente una nuova concezione del “Mondo a RNA”: l’origine della vita
attraverso la comparsa dei costituenti delle macromolecole e di macromolecole auto-replicanti per selezione naturale.
Se
questa è la nozione chiave, se la selezione molecolare inizia già a livello dei
costituenti, allora non è più importate se, in epoca prebiotica, oltre al
D-Ribosio fossero presenti altri zuccheri e se oltre alle basi canoniche
fossero presenti altre basi, e non sono importanti nemmeno le loro
concentrazioni perché a sopravvivere sarà il più adatto non il più abbondante. E
viene superato il pensiero di A. Graham Cairns-Smith secondo cui pensare al ruolo di grandi tempi e
grandi spazi, per generare strutture può portare fuori strada. Per gli studiosi
del “Mondo a RNA” il fatto che i costituenti si possono formare anche se in
presenza di catalizzatori diversi e in condizioni spaziali ed energetiche estreme
dimostra comunque la possibilità della loro sintesi in epoca prebiotica.
È
allora, seguiamo il saggio di Di Mauro e Saladino dove vengono esposte anche il
risultato delle loro ricerche e che, per inciso, è l’unico saggio oggi in divulgazione che ci fa capire in
modo esauriente lo stato dell’arte del mondo a RNA.
Invece di utilizzare, come ha operato Orò per le basi azotate, alte
concentrazioni di acido cianidrico (HCN) che è un gas, gli autori hanno
utilizzato la formammide (HCONH2) che ha un punto di ebollizione di
210°C. La formammide scaldata a 110°C in presenza di argilla ha prodotto
Adenina, Citosina e Uracile, tre delle cinque basi azotate. In un secondo
esperimento l’argilla è stata sostituita con ossido di Titanio (TiO2)
ottenendo Adenina, Citosina e Timina. Anche se manca la formazione della quinta
Base azotata la Guanina in presenza di minerali terrestri, e non è escluso che essa
possa essere ben presto identificata, i risultati sono di notevole interesse.
Innanzitutto la formammide era probabilmente presente in epoca prebiotica;
inoltre la temperatura di 110°C sulla terraferma è localmente plausibile; infine
la presenza di argilla e di ossido di titanio largamente presente sulla
superfice del pianeta ci riportano a pieno titolo alla teoria di Bernal. Questa
teoria, infatti, postula che l’argilla abbia avuto un ruolo determinante per selezionare,
accumulare e catalizzare la formazione di molecole complesse. Possiamo
concludere che è plausibile la presenza dei costituenti degli acidi nucleici in
epoca prebiotica.
È importante sottolineare che in questi esperimenti sono stati ottenuti intermedi
del metabolismo cellulare.
Come riportano Di Mauro e Saladino, nel 1992 Eschenmoser definì come
chemiomimetico un processo biologico che mima una reazione prebiotica (usata in
pratica come stampo). In definitiva come scrivono gli autori: «I complessi
sistemi metabolici primari e secondari che oggi osserviamo in funzione nella
cellula sarebbero, sulla base di questa definizione, la versione altamente
specializzata delle prime reazioni prebiotiche intorno alle quali l’evoluzione
molecolare avrebbe costruito enzimi e apparati strutturali sempre più complessi
per ottimizzare ogni processo in termini energetici e di selettività. Ne
consegue che, se la chemiomimesi esiste e ha controllato l’evoluzione
molecolare, una determinata reazione prebiotica dovrebbe produrre non solo le
molecole biologiche fondamentali, selezionandole tra le migliaia di varianti
strutturali possibili (isomeri), ma anche i principali intermedi per il loro
ottenimento, in perfetto accordo con quelli ancora oggi funzionali nella cellula».
La molecola del Ribosio si rappresenta spesso in forma lineare
CHO
I
H -*COH
I
H -*COH
I
H -*COH
I
CH2OH
In realtà il ribosio ha una forma ciclica
Perché questo richiamo?
Perché durante la condensazione termica nella reazione tra formammide e TiO2
sono stati ottenuti derivati formilati dell’adenina con la base nucleica legata
a corte molecole di zuccheri in C-1 già nella posizione ß.
In esperimenti, condotti anche da altri ricercatori con la formammide in
presenza di borati o di zirconati sono stati individuati zuccheri e basi
azotate accanto a intermedi dell’attuale metabolismo cellulare come acido
piruvico, acido lattico e α-amminoacidi.
Intermedi del metabolismo in particolare del ciclo di Krebs sono stai
individuati con TiO2 e formammide irradiati con UV.
La scoperta di intermedi del metabolismo e dell’apparato genetico ha
ampliato il programma del mondo a RNA verso l’unificazione della visione
genetica con quella metabolica. Cioè la ricerca di «Una via prebiotica in grado
di produrre contemporaneamente intermedi dell’apparato genetico e componenti
del metabolismo».
Nella nuova concezione del “Mondo a RNA”, viene preso in considerazione
anche un contributo di sostanze proveniente anche dallo spazio, in particolare
sui granuli delle enormi nubi di polveri interstellari. Analoghi di polveri
spaziali sono state prodotte in laboratorio e in presenza di formammide hanno
dato origine a basi azotate.
È stato studiato anche il contributo dei meteoriti in presenza di
formammide, si è osservata la presenza di intermedi sia dell’apparato
metabolico che dell’apparato genetico.
Una sorgente laser ad alta energia è stata utilizzata per produrre elevate
temperature e studiare l’impatto dei meteoriti sulla superficie della terra in
presenza di formammide. Si è osservata la presenza delle cinque basi azotate e
della glicina.
Per simulare il contributo del vento solare sono stati utilizzati protoni
ad alta energia, polveri di meteoriti e formammide alla temperatura di -35°C.
In questi esperimenti sono stati ottenuti le basi nucleiche e per la prima
volta i quattro nucleosidi.
Reazioni di fosforilazione dei nucleosidi in presenza di formammide e minerali
fosforici hanno evidenziato la possibilità di formazione dei nucleotidi.
A questo punto la formazione di catene nucleotidi per la formazione dell’RNA,
secondo gli autori, sta nella natura delle cose, nella forza della loro natura
chimica, nel principio di affinità chimica. Cioè, sembra di capire, una necessità
chimica che non poteva non accadere.
La replicazione è un fenomeno chimicamente semplice per affinità chimica
che, in presenza dei giusti monomeri complementari, nelle giuste combinazioni e
alla giusta temperatura, potrebbe essere avvenuto per caso.
La variabilità è insita nella natura chimica delle molecole e nelle
proprietà reattive dell’RNA
Per l’interazione RNA-Proteine si immagina la formazione spontanea di di- o
tri-peptidi che inizialmente abbiano favorito la replicazione dell’RNA entrando
attraverso una continua verifica funzionale in un sistema evolutivo vincente.
Per l’origine del codice genetico si privilegia la possibilità
“dell’accidente congelato”; erano cioè possibile altri codici e forse sono anche esistiti, ma una volta imboccata questa via non è stato possibile tornare
indietro.
Pur considerando fondamentale la compartimentazione in sacche
fosfolipidiche nella fase iniziale la via
formammide-calore-concentrazione-catalisi l’ambiente più adatto viene
individuato nei “campi geotermali”.
Sperando che la necessaria sintesi non abbia frainteso alcune parti, chiudiamo
qui con i risultati e la nuova visione del “Mondo a RNA”, cioè un mondo dove si
sono intrecciati necessità, caso ed evoluzione.
Come si evince dagli articoli, in questo Blog si privilegia una via
esclusivamente deterministica, e che a comparire per prima siano state le
proteine.
Ulteriori studi in futuro forse ci diranno quale via è la più plausibile o
se le due vie un giorno si incontreranno, per il momento è doveroso augurare
buon lavoro a tutti gli scienziati impegnati in questo lavoro.
Giovanni Occhipinti
.
Professor Occhipinti mi può insegnare che reazioni accadino tra Formammide e D-ribosio? Mi interessa saperlo perchè entrambe le molecole hanno in comune il carboidrato CH2OH. Grazie.
RispondiEliminaCiao Luca,sono in vacanza e non ho con me il materiale necessario per rispondere. Rientro a metà Settembre e di darò una risposta a fin settembre.
EliminaUn caro Saluto
Ciao Luca, ti chiedo scusa per il ritardo. In letteratura non esistono reazioni note tra Formammide e D-Ribosio. Come noto Butlerow riuscì ad ottenere Ribosio partendo da Formaldeide (HCHO). Di Mauro e Saladino, attraverso la condensazione termica della formammide in presenza di TiO2 hanno ottenuto Adenina legata a corte molecole di zucchero, (l'ultima immagine dell'articolo). Secondo gli autori la presenza di Formaldeide avrebbe potuto reagire con queste corte molecole di zucchero dando origine a Ribosio legato all'Adenina (cioè un nucleoside che legato al fosforo è uno dei costituenti degli acidi nucleici)
EliminaUn caro Saluto
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