Post n. 61
Cari amiche e amici lettori di:
origineprebiotica.blogspot.com e del canale YouTube Origine della vita e
chimica prebiotica.
Dalla prossime video-presentazione, dopo qualche
introduzione necessaria per entrare nel tema, inizieremo a delineare come la
vita possa aver avuto origine sulla terra.
Il titolo del canale rimane Origine della vita e
Chimica prebiotica, ma avrà come sottotitolo:
La teoria elettrocinetica sull’Origine della vita.
Per evitare di sovraccaricare questa
video-presentazione, ulteriori informazioni sull’impostazione della teoria sono
contenute, fino al 15 ottobre, in prima pagina in:
origineprebiotica.blogspot.com
In seguito, le informazioni saranno contenute
nell’etichetta: Zzef.
Le informazioni sono contenute in un post nella
Community.
Vorrei però descrivervi, innanzitutto, le narrazioni
che oggi vengono pubblicate sull’origine della vita sia come script che come
coinvolgenti video e lo faccio presentandovi quanto scrivono Jim Al-Khalili e
Johnjoe McFadden in riferimento al brodo primordiale nel saggio, La fisica
della vita 2015, (la colorazione rossa è mia): “Questi composti, in seguito, si sarebbero accumulati negli oceani primordiali a formare un
brodo organico diluito, tiepido, ondeggiante nell’acqua per milioni di anni,
magari arrivando a toccare i vulcani di fango di Isua, fino a che qualche
combinazione casuale
dei suoi costituenti produsse una nuova molecola con una proprietà
straordinaria: l’abilità di replicare se stessa … Il suo successo sarebbe poi
stato determinato dalla selezione naturale darwiniana. Essendo un’entità molto
semplice, il replicatore avrebbe fatto molti errori, o mutazioni, nella
replicazione. Questi replicatori mutanti si sarebbero trovati
in competizione con quelli non mutanti per accaparrarsi i composti chimici con
cui costruire altre copie di sé stessi. Quelli di maggior successo avrebbero quindi
lasciato un maggior numero di discendenti, e un processo molecolare di
selezione naturale darwiniana avrebbe iniziato
a spingere i replicatori verso una maggiore efficienza e complessità. I
replicatori che riuscivano a catturare molecole accessorie, come i peptidi,
che catalizzavano la loro replicazione, avrebbero avuto
un vantaggio, e alcuni si saranno magari racchiusi in
una vescicola, piena di aria o di liquido, con una membrana di sostanze grasse,
come le cellule di oggi, che li potesse proteggere dai pericoli dell’ambiente
circostante. Una volta chiuso, l’interno della cellula
sarebbe riuscito
a sostenere trasformazioni biochimiche (il suo metabolismo) per costruire le
proprie biomolecole e impedire che fuoriuscissero. Ed ecco la prima cellula,
capace di mantenere e sostenere il proprio stato interno, tenendolo separato
dall’ambiente. […] Eppure,
eccoci qua, più di mezzo secolo dopo, e ancora nessun brodo primordiale è
riuscito a produrre un replicatore”.
L’Origine della vita sulla Terra è stato un evento
eccezionale del quale non abbiamo nessuna conoscenza, perché avvenuto miliardi
di anni fa e gli eventi geologici hanno cancellato ogni possibile traccia. Per
descrivere il percorso di come la vita abbia avuto origine non si può quindi
fare a meno di supposizioni. La teoria che io vi presenterò non sarà basata
però su supposizioni astratte ma fondata su dati sperimentali e supposizioni
scientifiche, nel senso che tali supposizioni dovranno concettualmente ricadere
all’interno delle leggi naturali e in particolare dei principi della
Termodinamica.
Certo, per elaborare una teoria su come la vita possa
aver avuto origine della vita sono necessarie delle conoscenze. Queste
conoscenze però, non sono richieste al lettore che una volta conosciuta la
teoria, con un po’ di buon senso, può dare una sua valutazione. Come scrisse
Christian de Duve in: Alle origini della vita 2008: “Una persona pur non
appartenendo alla cerchia degli specialisti può valutare la correttezza di un
approccio scientifico” e io aggiungo “o di un approccio quantomeno logico”.
Sulla base di queste ultime affermazioni nella
Community possiamo confrontarci sull’Origine della vita sulla Terra, chiarire
dubbi o anche apportare idee per chiarire il quadro. Mi
preoccupa però il tempo da dedicare alla gestione della Community, tempo che
purtroppo non ho a disposizione, e oltretutto non sono nemmeno bravo a operare
con questi strumenti, ma tant’è per imparare a nuotare bisogna prima o poi
tuffarsi.
Prossimo Post 15 ottobre: Competizione ed evoluzione,
di Renzo Lo Presti
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